Processo Expo, la Procura di Milano ha chiesto una condanna ad un anno e un mese per il sindaco Sala: “Il reato è documentalmente provato”.
MILANO – Un anno e un mese per il sindaco di Milano Beppe Sala. E’ questa la richiesta avanzata dalla Procura nell’ambito del Processo Expo. L’accusa è di falso materiale e ideologico per la retrodatazione dell’atto di nomina di una commissione di gara di un appalto durante l’Expo.
La richiesta è stata formulata dal procuratore generale che ha parlato di “reato documentalmente provato“. Secondo l’accusa il primo cittadino avrebbe retrodatato di 13 giorni i due verbali nelle sue vesti di amministratore delegato e commissario straordinario della società Expo.
Processo Expo, chiesta la condanna a un anno e un mese per il sindaco Sala
Nella requisitoria – come riportato dal sito di La Repubblica – il procuratore generale ha spiegato come “Sala non è credibile quando cerca di minimizzare il problema che invece era grave, perché poteva pregiudicare la realizzazione dell’evento. E’ provata al di là di ogni ragionevole dubbio la decisione di retrodatare gli atti per rendere sanabile la procedura di gara“.
Parole che non confermano quanto detto dal sindaco di Milano durante l’interrogatorio. Il sindaco di Milano aveva sottolineato come non era consapevole della retrodatazione dei verbali e ne è venuto a conoscenza dopo essere stato indagato.
Nei prossimi giorni il giudice dovrà decidere se ritenere colpevole oppure no Beppe Sala. Da parte della Procura è arrivata una richiesta di un anno e un mese ma da capire quale sarà la decisione del Tribunale che a breve dovrà emettere la sentenza. Attesa quindi per una questione che ormai va avanti da diversi anni e che soprattutto coinvolge il sindaco di Milano. Possibile che la vicenda possa arrivare anche in altri gradi di giudizio con i ricorsi delle due parti chiamate in causa.